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La prematura scomparsa di William Klinger (24 settembre 1972 – 31 gennaio 2015) appassionato ed entusiasta ricercatore lascia un grande vuoto.
E’ stato Luigino Felcher a farmi conoscere William, ormai parecchi anni or sono. Il tema riguardava inizialmente gli habitat mantenuti col pascolo e, di conseguenza, il progetto da me a suo tempo avviato, di inserire cavalli e bovini all’isola della Cona.

Klinger
William in compagnia della rara Foca Monaca specie a lungo oggetto di indagini da parte dello storico. Qui immortalato da Mietta e Pio Marcozzi sulle spiagge prospicenti Sissano il primo di novembre 2013.

La grande curiosità che animava William, che pur si era laureato in storia, per tutto ciò che riguarda biologia ed ecologia, lo aveva portato a scoprire l’esistenza di un favoloso progetto di “re - wilding” esistente nel nord della Russia, dove l’inserimento di ungulati, da tempo scomparsi, avrebbe consentito alla tundra artica di, letteralmente, “rifiorire”. Ma al di là delle nostre quasi accademiche discussioni su questi ad altri temi ecologici di ampio respiro, con William un argomento in particolare ci ha per lungo tempo strettamente legati: la rinnovata presenza della Foca monaca lungo le coste istriane e dalmate. 
Nativo di Fiume ed appassionato di ricerche negli archivi più o meno sconosciuti, o per un naturalista come il sottoscritto giudicati a priori di difficile accesso, anche perché spesso redatti in lingua croata, il poliglotta William era stato abilissimo nel riesumare ed assemblare una lunga serie di essenziali documenti sulla presenza storica, ma anche recente, di questa rarissima specie nell’Adriatico orientale.
Autore di un notevole saggio su questa specie (Klinger, 2010) si era poi entusiasmato dalle recenti notizie, più o meno attendibili ma sempre comunque interessanti, relative al presunto avvistamento di esemplari di Monachus monachus nelle acque prospicienti la provincia di Trieste e, in particolare, la zona marina di Duino e dintorni. E’ stato così possibile, assieme, collegare le recenti notizie di più o meno sporadici avvistamenti con quelle indiscutibilmente vere, anche perché ampiamente documentate, relative ad almeno un soggetto che, a partire dalla fine del 2004, ha frequentato la costa istriana, grosso modo a sud del Canal di Leme (Limski Kanal) fino alle prospicienti zone occidentali dell’Isola di Cherso.
Dopo qualche tempo di incertezza è apparso chiaro ed evidente che si trattava di un soggetto adulto, di sesso femminile, che frequentava con particolare frequenza la Grotta dei Colombi (Kolombarica) nell’ambito del Parco Nazionale di Promontore (Kamenjak – Premantura), appena a sud di Pola. L’ipotesi che non si trattasse di un singolo soggetto isolato ma che potesse essere in corso un processo, ancorchè appena iniziale, di ricolonizzazione, sembrava confermato da una quantità di osservazioni e di pareri, non ultimi quelli autorevoli di Jasna Antolovič di Zagabria e di Emanuele Coppola di Roma, rispettivamente presidenti della Sremedonjevna Medvjedica Grupa e del Gruppo Foca Monaca italiano.
E’ stato da queste fortunate circostanze che con William ho avuto modo di elaborare e pubblicare sul sito della Stazione Biologica Isola Cona (www.sbic.it) un articolo di sintesi, riportando anche, a futura memoria, le osservazioni di vari testimoni oculari (Klinger & Perco, 2011). Più di recente la foca di Promontore aveva dimostrato una sempre maggiore tendenza a farsi osservare, anche da vicino, da un pubblico via via sempre più folto e numeroso, specie nel periodo balneare.
Lo stesso William che, grazie alla sua perfetta padronanza di varie lingue (tra le quali oltre al croato, lo sloveno e le altre, per così dire “obbligatorie”, persino l’ungherese) aveva avuto modo di intervistare numerosi osservatori, tra i quali turisti di diverse nazionalità, pescatori e villeggianti, direttamente sul posto, aveva recentissimamente avuto occasione di osservare la ormai “nostra” foca, da tempo nota a livello internazionale col nome di “Adriana”, sulle spiagge prospicienti Sissano (Šišan), lungo la costa meridionale istriana ed a pochi chilometri da Capo Promontore.
Ricordando William mi pare ora appropriato riproporre perciò l’immagine (scattata dai coniugi Mietta e Pio Marcozzi di Sissano il primo di novembre 2013) che, a distanza di cortesia per non disturbare, lo riprende nelle vicinanze del grande mammifero marino in apparente dormiveglia.
Nel frattempo anche la presenza dello Squalo bianco nelle acque dell’Alto Adriatico aveva attratto la sua attenzione e su tale argomento lo “storico” Klinger aveva avuto modo di pubblicare un ulteriore, importante e documentatissimo contributo (Klinger, 2011). Il progetto comune era tuttavia di continuare ad indagare assieme sulla presenza della foca nell’Alto Adriatico e di porre le basi, anche collaborando con le autorità locali, per il suo vagheggiato ritorno non solamente con soggetti isolati e in difficoltà (la foca “Adriana” è poi deceduta per varie cause legate all’età avanzata il 25 agosto 2014) ma con una vera e propria popolazione riproduttiva.
Per raggiungere questo traguardo sarebbe stato ovviamente necessario un gran lavoro di pubbliche relazioni, a tutti i livelli, cercando di rafforzare la preziosa opera sinora portata a termine dai numerosi colleghi di varie nazionalità. A tale proposito, con i massimi studiosi dell’argomento, William aveva infatti partecipato recentemente a un convegno organizzato a Trieste, dalla Lega Navale. Ricordo come sia stato fondamentale, in quella occasione, il suo contributo tanto in veste di relatore che di vigoroso ed efficacissimo interprete.
Ricordo infine una importante conferenza promossa ed organizzata da Emanuele Coppola presso il Museo di Storia Naturale di Venezia, dove William ha potuto esporre con la sua consueta energia, ad un pubblico vasto ed assai interessato, alcuni tra i più notevoli risultati delle sue ricerche nel settore storico - naturalistico.
La scomparsa di William, segna dunque una battuta d’arresto lungo il corso di vari, ambiziosi, progetti che, senza poter contare sulla sua carica emotiva, la sua competenza ed il suo inarrestabile entusiasmo, faranno certo fatica a proseguire o ad essere portati a compimento.



BIBLIOGRAFIA

  • Klinger, W., 2010. Note sulla presenza storica della Foca monaca nell'Adriatico. La Ricerca, Centro di ricerche storiche – Rovigno (57): 6–10.
  • Klinger W. & Perco F., 2011. “La Foca monaca del Mediterraneo Monachus monachus (Hermann, 1779) – sintesi delle conoscenze e segnalazioni recenti per il Golfo di Trieste e l’Alto Adriatico. www.sbic.it. Articoli e pubblicazioni.
  • Klinger W., 2011. Catture di Squalo bianco (Carcharodon carcharias, Linnaeus 1758) nel Quarnero 1872 – 19091. Atti Centro Ricerche Storiche di Rovigno, (XLI). 479-524
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