Un dettagliato studio entomologico presso la Riserva
Parallelomorphus terricola terricola una specie tipica delle coste marine sabbiose
Generalità
Allo scopo di completare le informazioni sulla Riserva Naturale Regionale della Foce dell'Isonzo, nel corso del 2009 si è iniziato a monitorare anche i Coleotteri Carabidi.
Per le specie componenti questo gruppo, esistono molti riferimenti bibliografici, risalenti già alle pubblicazioni del Müller (1926), tutt'ora quasi interamente confermati dalle ricerche sul campo. Da allora, molti sono gli entomologi, sia dilettanti che professionisti, che hanno studiato o, per lo meno raccolto materiale, soprattutto presso la confluenza dei fiumi Torre e Isonzo e nella zona di Isola Morosini. Tutto questo materiale è disponibile e testimonia, nel tempo, la presenza nell’area di oltre duecento specie di coleotteri appartenenti a questa famiglia.
L'occasione di lavorare in un sito così vario, che va dalle sabbie e dai suoli alomorfi degli Isolotti costieri di Punta Spigolo, alle ghiaie d’alta pianura delle sponde fluviali tra Pieris e Turriaco, passando per saliceti, boschi golenali, canneti, coltivi, ecc. era troppo allettante, da non perdere. Nei quasi tre anni, sinora impiegati per "cacciare" in vario modo questi insetti, per lo più con trappole a caduta, sono stati raccolti e catalogati migliaia di esemplari. Il lavoro continuerà, probabilmente ancora per qualche anno, visti i risultati sin qui ottenuti e visto che, per quanto si faccia rimangono sempre degli habitat da esplorare.
Qualche parola va detta sull'uso dei Coleotteri Carabidi nel monitoraggio dell'ambiente.
Essi costituiscono un gruppo di insetti che vive a livello del suolo, sono per la maggior parte predatori e, di essi, è ben documentata la relazione tra le loro biocenosi ed i fattori biotici ed abiotici degli ambienti (habitat) in cui vivono. Il loro valore come bioindicatori è riassunto nei punti seguenti:
- sono organismi che possono essere campionati con continuità, in modo automatico, e permettono di ottenere dati di tipo quantitativo sulla presenza e l’abbondanza delle specie;
- sono facilmente manipolabili sia in fase di determinazione, che nelle esigenze di esperimenti di laboratorio;
- presentano cicli di attività abbastanza uniformi per la maggioranza delle specie, con buona estensione stagionale delle possibilità di rilevamento e cattura.
- sono predatori polifagi nella maggior parte dei casi, vivono a livello della superficie ed entro i primi centimetri di spessore del suolo, in certi ambienti prevalgono specie fitofaghe;
- sono un gruppo di artropodi ben conosciuto dal punto di vista tassonomico, biologico e autoecologico;
- rappresentano un elemento importante nella catena alimentare, essendo predatori di piccoli invertebrati, e facendo parte della dieta di anfibi, rettili, uccelli e piccoli mammiferi;
- si distribuiscono nell'ambiente secondo chiare preferenze di habitat, tali da permettere l'identificazione di carabidocenosi, intese come raggruppamenti di specie definibili su base faunistico-statistica, tipici di biomi, ecosistemi, o unità ecologiche inferiori.
I Carabidi sono un gruppo di artropodi per i quali esistono già numerose ricerche di ecologia quantitativa, svolte da molti autori europei e non in una vasta gamma d’ambienti, con metodologia ormai standardizzata che ci consente di confrontare i dati ottenuti con quelli di altre aree geografiche.
Inoltre, la possibilità di effettuare raccolte con trappole a caduta, ci consente di ricavare informazioni di tipo qualitativo e quantitativo standardizzate, utili a chiarire i vari aspetti di queste popolazioni (Brandmayr, 1980).
Ciò si riferisce soprattutto alla qualità delle singole specie intesa come capacità di ciascuna di esse di adattarsi alle differenti condizioni ambientali. In questo modo, può essere valutata e rappresentata numericamente la stima del pregio naturalistico di una specie o di un gruppo di specie caratterizzanti un determinato ambiente (Pizzolotto, 1994a, 1994b).
Le principali caratteristiche delle varie specie (“tratti adattativi delle specie”) alle quali far riferimento a tale scopo sono, principalmente: il grado di endemismo o di diffusione (areale), il potere di dispersione (presenza o meno di ali atte al volo) ed il tipo di dieta (preferenze alimentari).*
Le relazioni fra ambiente e coleotteri carabidi dell’Oasi della Cona
L'ambiente dell'oasi della Cona è costituito da un tratto di corso fluviale prossimo alla foce, dunque da un ecotopo (paesaggio ecologico) fluviale che progressivamente trapassa in un ecotopo estuariale ricco di habitat propri dei sedimenti fini delle foci dei fiumi, a contatto con il mare.
Ecotopo ripariale
Si evolve dalle rive delle acque correnti sino ad assumere fisionomia forestale, man mano che diminuisce l'impeto e la frequenza delle esondazioni ed i sedimenti fluviali possono essere stabilizzati dalla vegetazione. Una sequenza tipica comprende:
- habitat ripicolo delle rive ghiaiose o sabbio-limose
- golene e terrazzi progressivamente colonizzati da salici
- saliceti densi caratterizzati da suoli limosi o sabbiosi
- boschi di maggior longevità e biomassa ma ancora inondati frequentemente (Salici-Populeti)
- boschi più stabili ed inondati più raramente, ma soggetti a falda freatica sospesa (Frassino-Ulmeti, lembi residuali di foresta planiziale).
La topografia di questo ecotopo è spesso complicata da meandri fluviali e lanche che progressivamente evolvono verso stagni con vegetazione palustre, cariceti e tifeti nei quali si può insediare una fauna paludicola.
Su questo "stato naturale" si inserisce poi l'attività umana, che tende in generale a diminuire le superfici boscate a vantaggio di pascoli e coltivi di vario tipo, solitamente irrigui.
Ecotopo costiero estuariale
E' caratterizzato da habitat generalmente erbacei o a suolo nudo, con suoli salso-limosi, stagni salmastri e canneti lambiti o parzialmente inondati da acque salmastre. E' spesso frammisto a dune costiere, che possono evolvere verso formazioni forestali tipiche (pinete costiere, dune boscate o cespugliate), ma in quanto tale non permette un'evoluzione verso boschi di alcun tipo. E' un insieme di habitat soggetto all'azione delle maree e topograficamente molto cangiante, meno rimaneggiabile dall'uomo, che tende però a costruire argini, darsene e ad incanalare le acque per regimarle.
Le comunità
La fauna a Coleotteri Carabidi dell'Oasi della Cona è dunque la risultante di due diversi complessi di habitat, uno di acque dolci e fluviale, l'altro di palude costiera salmastra o salsa.
Esiste però anche una terza componente, che potremmo definire "alloctona", nel senso che si assiste ad un continuo apporto di specie dalle zone montane della regione, fluitate a valle durante le piene insieme ai materiali trasportati dal fiume. Questa terza componente si distingue facilmente per il fatto che dimostra nell'area della foce dell'Isonzo ed in quelle limitrofe una presenza molto limitata, anche se in certi casi si possono insediare, favorite dall'habitat boschivo, delle piccole popolazioni permanenti. È questo forse il caso di specie forestali come Pterostichus micans o di Abax parallelus, che in Italia settentrionale sono o limitate alla collina pedemontana (micans) o addirittura assenti (parallelus) in quanto centroeuropee.
La cenosi dei boschi ripariali è forse quella più caratteristica, in quanto molto ricca di specie e legata alla periodicità delle piene del fiume. Si ritrovano tendenzialmente due gruppi di specie: uno "capitanato" dalla specie caratteristica Carabus italicus, che popola i boschi più stabili del fiume, ed uno più tipico dei suoli limosi dei saliceti, marcato dalla presenza di una specie rarissima mediterraneo-caucasica, Atranus collaris, documentata da ricerche svolte negli anni '70 ma non ritrovata in questo studio forse per insufficienza di ricerche. Sono inoltre specie caratteristiche dei Salici-Populeti ripari molte specie igrofile che vivono sui suoli sabbio-limosi delle foreste ripariali, fra queste ricordiamo: Asaphidion flavipes, tuttora molto frequente, Europhilus micans, che invece tende a scomparire, Patrobus excavatus, Elaphrus aureus ed altre.
All’estremo opposto della successione ecologica, cioè al suo inizio, troviamo le comunità ripicole dei suoli ghiaiosi bagnati dalla corrente del fiume, ricchissimi di specie ed individui del genere Bembidion, altamente specializzati nella predazione sottacqua, dove esplorano la faccia inferiore delle pietre sommerse alla ricerca di esemplari del macrobenthos fluviale. Oltre al Bembidion, si segnalano i minuscoli Thalassophilus, Perileptus, Tachys ecc..
Invece sulle rive a sedimentazione più fine, dove le acque perdono di velocità, si insediano popolazioni di specie di predatori limicoli, solitamente buoni cacciatori di prede molli ed igrofile, tipicamente certe specie di Chlaenius, dalle larve velocissime ed i cui adulti si difendono a loro volta dai predatori con potentissime armi chimiche, perché sono in grado di espellere dalle ghiandole pigidiali scariche molto tossiche a base di idrochinoni. Le larve di alcune specie di Chlaenius, ad esempio C. spoliatus e velutinus, sono in grado di condividere la preda o pezzi di essa e mostrano di avere meccanismi etologici atti alla prevenzione del cannibalismo.
I banchi sabbiosi o limosi molto soleggiati sono invece sede di specie eliofile come i Dyschirius, ottimi scavatori in grado di perseguitare le loro prede sotto la sabbia, alcune specie di questo genere di Carabidi Scaritini sono specializzate nella predazione degli Stafilinidi psammofili del genere Bledius. Banchi sabbiosi meno umidi e le stesse spiagge marine sabbiose sono poi colonizzate da molti cicindelidi, velocissimi corridori che predano individuando la vittima con i loro potenti occhi composti semisferici, fra queste ricordiamo Cylindera germanica oltre a Calomera littoralis nemoralis e Cylindera trisignata trovate su spiagge adriatiche vicine ma qui ancora non raccolte.
Le golene ghiaiose o sabbiose aride sono poi sede di popolamenti xerofili ricchi di specie del genere Amara, generalmente amanti di semi di piante erbacee, o di altrettanto fitofagi Harpalus, come l’anxius ed il serripes. Nei tratti sabbiosi non mancano elementi psammofili, ad esempio i Poecilus gressorius, coloratissimi Pterostichini le cui larve non specializzate predano di tutto.
Nei tratti aperti più umidi, dove il suolo si fa particolarmente eutrofico, cioè ricco di nutrienti, anche a causa della grande massa di sostanza organica deposta dalle piene, si addensano molte specie che poi, all’avvento dell’uomo e dell’agricoltura, si sono riversate nel paesaggio agrario. Già nel secolo scorso insigni ecologi, come Wolfgang Tischler, avevano individuato negli ambienti ripariali l’origine della fauna degli agroecosistemi europei. Non è quindi un caso che ritroviamo in queste radure fertili e ricche di piante erbacee nitrofile alcune specie di carabidi che sono altrettanto frequenti nei campi della pianura friulana: Anchomenus dorsalis, Anisodactylus binotatus, Poecilus cupreus, l’onnivoro Pseudoophonus rufipes, Harpalus distinguendus, Pterostichus melas, etc.
*) Allo scopo di rendere più chiari questi concetti si invita a scaricare dal sito dell' ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), tramite il seguente link, il manuale operativo "I Coleotteri Carabidi per la valutazione ambientale e la conservazione della biodiversità". Questa pubblicazione consente di conoscere meglio le tecniche di cattura, le metodologie di lavoro per l'effettuazione di calcoli statistici oltre a contenere una chiave con illustrazioni per la determinazione delle varie tribù e dei generi. Vi si trova anche una Checklist aggiornata dei Carabidi italiani oltre alle tabelle degli areali e dei corotipi principali relativi alla loro distribuzione.
L'area di studio e l'elenco delle stazioni
Bo Bosco a frassino ossifillo
Pi Pioppeto di golena bassa
Sa Saliceto di greto
Pa Pascolo del Biancospino
Co Coltivi ad erba medica
Fr Fragmiteto foce Isonzo
Gh Ghiaie ripariali
CQ Can. Quarantia e Barene (Ba)
PS Isolotto di P. Spigolo
Po Ponte verso Grado (golena)
St Stagni salmastri,Se (Sent. tra stagni),Ca (Can. tra stagni e mare)
Ar Argine (lato a mare)
PT Tra Pieris e Turriaco
Bo: Bosco a Frassino ossifillo (foto L. Vidmar).
Poco a valle del Centro Visite, quando il sentiero che porta all'osservatorio della Marinetta svolta a sinistra, si scavalca l'argine dell'Isonzo. Ci si trova in un’area golenale regolarmente inondata dalle piene, caratterizzata da habitat più umidi (stagni temporanei di Carex elata/elata con Phragmites australis/australis e più o meno incespugliati da Amorpha fruticosa) affiancati ad habitat più asciutti. La carabidocenosi è quella tipica dei boschi golenali della pianura o delle colline padano-venete comprendenti Carabus (Eucarabus) italicus e Pterostichus micans i cui areali arrivano, ad oriente, soltanto fino a Monfalcone. È presente anche la specie centroeuropea Abax parallelus, nota in Italia esclusivamente da Isola Morosini (Müller, 1926) e dal bosco del Biotopo del Fiume Cavana (Colombetta, 2012b).
Provincia di Gorizia, Comune di Staranzano. Coordinate UTM (ED50 dell'I.G.M.) UL8367.
Pi: Pioppeto di golena bassa.
All'altezza del ponte sulla S.S 14 il greto dell'isonzo, che nel frattempo ha ricevuto l'apporto delle acque del torrente Torre, si allarga per un tratto di circa 3 Km. Indestra orografica, caratteristico è il substrato sabbioso - limoso che si rinnova ogni anno e che comprende una caratteristica biocenosi.
Provincia di Udine, comune di Fiumicello (Papariano).Coordinate UTM (ED50 dell'I.G.M.): UL7873.
Sa: Saliceto di greto.
Vegetazione arbustivo-arborea, costituita da specie a legno tenero, tipicamente pioniera delle ghiaie di greto rimaneggiate dalle piene. Costituisce macchie in alveo e, nelle zone di sponda sottoposte all’azione di deposito della corrente di piena, l’orlo fronte fiume dei boschi golenali. Nel periodo 2009-2010, nonostante il biotopo sia stato sommerso da almeno quattro cospicui fenomeni di piena, la carabidocenosi è risultata molto ricca.
Provincia di Udine, Comune di Fiumicello (Papariano). Coordinate UTM (reticolo chilometrico IGM) (ED50): UL7873.
Pa: Pascolo del Biancospino.
Si tratta di un pascolo umido con elementi di vegetazione salmastra, topograficamente articolato da un alternarsi di superfici leggermente rilevate, più asciutte, e di leggere depressioni più umide. È pascolato da cavalli e bovini con sfalcio di rifinitura, soggetto ad inondazioni durante le piene fluviali. La carabidocenosi presenta numerosi elementi igrofili e mesofili. Non mancano specie tipicamente prealpine e montane di cui, singoli esemplari, sono stati raccolti anche in boschi ripari a salici e pioppi di pianura, fluitati probabilmente dalle conoidi e dalle golene a monte (es.: rive dell'Isonzo fra Gorizia e Monfalcone - P. Brandmayr legit).
Provincia di Gorizia, Comune di Staranzano. Coordinate UTM (ED50 dell'I.G.M.) UL8367 - UL8467
Co: Coltivi ad Erba medica.
Le superfici extragolenali sono generalmente occupate da seminativi. Alcune aziende praticano regolarmente la rotazione colturale cosicché periodicamente ampi appezzamenti sono coltivati ad erba medica (Medicago sativa). Questi erbai sono praticamente monospecifici, privi di una flora di accompagnamento. Il suolo pianeggiante è limoso, ricco di azoto con la caratteristica Carabidocenosi.
Provincia di Gorizia, Comune di San Canzian d'Isonzo. Coordinate UTM (ED50 dell'I.G.M.) UL8170.
Fr: Fragmiteto (Caneo).
L’estremo lembo distale del fiume Isonzo, in destra orografica, è costituito dall’isolotto del Caneo che comprende anche l'abitato/porticciolo di Punta Sdobba che in concomitanza di piene fluviali e forti alte maree viene per buona parte allagato dall'acqua più o meno salmastra. La salinità delle acque d’imbibizione dipende in generale anche dalla distanza dal mare, dalle maree, dal regime del fiume, dalla durata dei periodi siccitosi e dal regime delle piogge. La carabidocenosi risultante è igrofila.
Provincia di Gorizia, Comune Grado. Coordinate UTM (ED50 dell'I.G.M.) UL8664.
Gh: Ghiaie ripariali.
L'alveo del fiume nel suo tratto d'alta pianura è caratterizzato dagli estesi depositi ghiaiosi di greto, evidenti durante i periodi di morbida ed ancor più in quelli di magra. Questi depositi, ricorrentemente sconvolti e modificati dalle piene, possono essere colonizzati da giovani piantine di salici e pioppi autoctoni dal carattere pioniero che, se in buon numero e non divelte da successivi eventi di piena, possono dare origine alle boscaglie di greto (vedi Saliceto).
Quando i depositi ghiaiosi del greto emergono si riscontra la condizione migliore per trovare e raccogliere i carabidi di questo ecotopo. Già poco sotto alla superficie, le temperature non sono eccessive per la presenza della falda idrica. Oltre ai ciottoli di media misura, la granulometria varia da alcuni centimetri al limo. La carabidocenosi è molto varia e dipende dal substrato.
La "taglia" di queste specie è tale da consentirne un agevole e veloce spostamento tra gli interstizi delle pietre e possiedono tutte ali atte al volo.
Provincia di Udine, Comune di Fiumicello (Papariano ). Coordinate UTM (ED50 dell'I.G.M.): UL7873.
CQ: Canale Quarantia (CQ) e Barene (Ba).
Il Canale della Quarantia, lungo circa tre chilometri, era uno degli antichi percorsi di foce dell'Isonzo. Separato dal flusso fluviale con una soglia e una diga sifonata, tranne i momenti di forte piena dell’Isonzo è attualmente solo una propaggine marina che si insinua nell’entroterra. La condizione salata del corpo idrico è segnalata dalla presenza di prateria di Zostera noltii, fanerogama marina, sui bassi fondali presso le sponde del canale stesso. Molto antropizzato, è sede sul lato est di ormeggi per piccole imbarcazioni e di ripari (baracche) di pescatori. Presenta un piccolo stagno costiero quasi totalmente arginato, a salinità variabile.
Provincia di Gorizia, Comune di Staranzano. Coordinate UTM (ED50 dell'I.G.M.) UL8368.
PS: Isolotto di Punta Spigolo.
A ridosso della scogliera che delimita l’isolotto di punta Spigolo, lungo il canale navigabile, si è depositato un accumulo di sabbia. Dove è più spesso, il dilavamento delle acque meteoriche più intenso e l’effetto delle mareggiate più episodico, è presente una fascia vegetazionale sparsamente caratterizzata da arbusti. Qui, sono stati raccolti i carabidi igrofili, psammofili ed alofili non riscontrati in altri ambienti dell'Isola della Cona.
Provincia di Gorizia, Comune di Staranzano. Coordinate UTM (ED50 dell'I.G.M.) UL UL8765.
Po: Ponte sulla strada per Grado (in golena).
In corrispondenza del ponte sull'Isonzo, lungo la strada per Grado, l'area golenale è piuttosto ampia e coltivata. Il lato lungo fiume è caratterizzato da una stretta striscia di boscaglia costituita prevalentemente da pioppo ibrido (Populus x canadensis) spesso di buone dimensioni. Alcuni anni fa è stata oggetto di raccolte saltuarie che consentono comunque di confermare la presenza delle specie indicate in questo tipo di ecotopo fluviale.
Provincia di Gorizia, Comune di San Canzian d'Isonzo. Coordinate UTM (ED50 dell'I.G.M.) UL8169.
St: Stagni salmastri con acqua e disseccati (Foto L.Vidmar).
Dopo il pascolo del Biancospino si trova una serie di stagni allineati, di origine artificiale (cave di prestito per la costruzione dell’argine) in cui l'acqua è salata. Il tenore salino aumenta andando verso la foce e non è costante, dipendendo dalle maree, dagli allagamenti delle piene fluviali e dalle piogge. Questi stagni sono soggetti ai flussi di marea, spesso privi d’acqua e fangosi. I più settentrionali, isolati dai flussi di marea, durante i periodi siccitosi si disseccano completamente. Le sponde e le parti maggiormente interrate presentano mosaici di vegetazione alofila emergente. Le superfici limitrofe addossate all’argine e gli arginelli fra gli stagni, calpestate dai bovini al pascolo estivo e in questa stagione soggette a forte disseccamento, sono caratterizzate ancora da prateria diradata a Juncus maritimus con Juncus acutus/acutus. Ia carabidocenosi è quella tipica dei suoli alomorfi o salmasti. Predatori e prede (ad esempio Talitridi o "Pulci di mare") quando gli stagni si dissecano si rifugiano nelle fessure che vi si formano.
Se (Sentiero tra stagni) e Ca (Canale tra Isonzo e mare). Foto L. Vidmar.
Tra il mare di Canale Quarantia e gli stagni c'è un canale (Ca) che consente di mantenerene un certo grado di salinità. La carabidocenosi è, ovviamente, quella caratteristica di suoli alomorfi oltre a numerose specie igrofile a causa della vicinanza dell'Isonzo. Qualche elemento tipico dei greti dei ruscelli dell'alta pianura, trasportato dalle acque fino quasi alla costa, si è insediato sul sentiero (Se) che attraversa la serie di stagni e prosegue lungo l'argine di sinistra. Per rendere agevole il passaggio pedonale, vi è stato sistemato uno spesso strato di ciottoli e di pietre che rendono l'ambiente, simile a quello delle rive montane.
Provincia di Gorizia, Comune di Staranzano. Coordinate UTM (ED50 dell'I.G.M.) UL8466-UL8467.
Ar: Argine lato a mare (Foto L. Vidmar).
Il biotopo, coperto da un consorzio arbustivo di rovi, Amorpha fruticosa, biancospino e prugnolo si trova sul lato mare dell'argine sinistro dell'Isonzo, in corrispondenza degi ultimi stagni salmastri in golena ed è percorso dal sentiero che conduce alla foce del fiume. A mare, risulta invaso da ogni tipo di detriti spiaggiati, sia vegetali che artificiali.
Provincia di Gorizia, Comune di Staranzano. Coordinate UTM (ED50 dell'I.G.M.) UL8466.
PT: La golena tra Pieris e Turriaco.
Situata lungo il lato sinistro orografico, percorribile per un comodo sentiero, comprende spiagge ghiaiose e boschi ripariali. Nell'unico sopralluogo effettuato sono state raccolte cinque specie di Carabidi.
Le specie
Le specie all'Isola della Cona
Bo |
Pi |
Sa |
Pa |
Co |
Fr |
Gh |
St |
Ar |
CQ |
PS |
Po |
PT |
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SPECIE DI FORESTE COLLINARI O MONTANE |
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Ocydromus (Peryphanes) deletus deletus |
m |
x |
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Platyderus (Platyderus) rufus transalpinus |
b |
x |
x |
x |
x |
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Amara (Amara) ovata |
m |
x |
x |
x |
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Abax (Abacopercus) carinatus sulcatus |
b |
x |
x |
x |
x |
x |
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Carabus (Eucarabus) catenulatus catenulatus |
b |
x |
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Notiophilus rufipes |
m |
x |
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Synuchus vivalis vivalis |
m |
x |
x |
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Abax (Abax) parallelus parallelus |
b |
x |
x |
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Pterostichus (Pterostichus) micans |
b |
x |
x |
x |
x |
x |
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SPECIE DI FORESTE PLANIZIALI O PALUDOSE, ANCHE IN BOSCHI RIPARI |
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Carabus (Tomocarabus) convexus dilatatus |
b |
x |
x |
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Carabus (Procrustes) coriaceus coriaceus |
b |
x |
x |
x |
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Carabus (Megodontus) germari germari |
b |
x |
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Carabus (Eucarabus) italicus italicus |
b |
x |
x |
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Cylindera (Cylindera) germanica germanica |
m |
x |
x |
x |
x |
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Harpalus (Harpalus) luteicornis |
m |
x |
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Limodromus krynickii |
m |
x |
x |
x |
x |
x |
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Metallina (Metallina) lampros |
d |
x |
x |
x |
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Carabus (Carabus) granulatus interstitialis |
d(p) |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
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Agonum (Melanagonum) duftschmidi (=moestum) |
m |
x |
x |
x |
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Stomis (Stomis) pumicatus pumicatus |
b(d?) |
x |
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Pterostichus (Pseudomaseus) anthracinus hespericus |
d |
x |
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Chlaeniellus vestitus |
m |
x |
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SPECIE DI PASCOLI, LANDE SOLEGGIATE, HABITAT PRATIVI |
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Harpalus (Harpalus) rubripes |
m (pt) |
x |
x |
x |
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Poecilus (Macropoecilus) koyi goricianus |
b |
x |
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Harpalus (Harpalus) dimidiatus |
m |
x |
x |
x |
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Harpalus (Harpalus) serripes serripes |
m |
x |
x |
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Ophonus (Hesperophonus) azureus |
d |
x |
x |
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Harpalus (Harpalus) anxius |
m |
x |
x |
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Pterostichus (Feronidius) melas melas |
b |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
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Brachinus (Brachinus) crepitans |
m |
x |
x |
x |
x |
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Calathus (Neocalathus) cinctus |
d |
x |
x |
x |
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Calathus (Calathus) fuscipes graecus |
d |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
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Harpalus (Harpalus) tardus |
m |
x |
x |
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Amara (Amara) aenea |
m |
x |
x |
x |
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Brachinus (Brachynidius) explodens |
m |
x |
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Paradromius (Manodromius) linearis |
d |
x |
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Ophonus (Ophonus) ardosiacus |
m |
x |
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Panagaeus (Panagaeus) bipustulatus |
m |
x |
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SPECIE DI SUOLI PALUDOSI O UMIDI |
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Pterostichus (Phonias) strenuus |
d |
x |
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Stenolophus (Stenolophus) teutonus |
m |
x |
x |
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Agonum (Punctagonum) sexpunctatum |
m |
x |
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Anisodactylus (Anisodactylus) binotatus |
m |
x |
x |
x |
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Anisodactylus (Pseudanisodactylus) signatus |
m |
x |
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Nebria (Nebria) brevicollis |
m? |
x |
x |
x |
x |
x |
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Clivina (Clivina) fossor fossor |
d |
x |
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Agonum (Agonum) muelleri muelleri |
m |
x |
x |
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Pterostichus (Platysma) niger |
m |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
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SPECIE FREQUENTI IN CAMPI COLTIVATI, MA + FREQUENTI ANCHE LUNGO I FIUMI |
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Pseudoophonus (Pseudoophonus) rufipes |
m |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
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Pseudoophonus (Pseudoophonus) griseus |
m |
x |
x |
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Amara (Amara) similata |
m |
x |
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Parophonus (Parophonus) maculicornis |
m |
x |
x |
x |
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Brachinus (Brachynidius) sclopeta |
m |
x |
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Pterostichus (Adelosia) macer macer |
m |
x |
x |
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Harpalus (Harpalus) oblitus oblitus |
m |
x |
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Calosoma (Campalita) auropunctatum auropunctatum |
m |
x |
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Poecilus (Poecilus) cupreus cupreus |
m |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
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Anchomenus (Anchomenus) dorsalis |
m |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
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Pterostichus (Morphnosoma) melanarius |
d |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
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Trechus (Trechus) quadristriatus |
m |
x |
x |
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Harpalus (Harpalus) distinguendus distinguendus |
m |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
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Harpalus (Harpalus) affinis (aeneus) |
m |
x |
x |
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SPECIE DI SUOLI ARGILLOSI UMIDI DEI CLIMI TEMPERATI |
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Brachinus (Brachinus) psophia |
m |
x |
x |
|||||||||||
Diachromus germanus |
m |
x |
||||||||||||
Bembidion quadrimaculatum quadrimaculatum |
m |
x |
x |
x |
||||||||||
Ocydromus (Nepha) tetragrammus illigeri |
m |
x |
||||||||||||
Ocydromus (Peryphanes) latinus |
m |
x |
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SPECIE DI SUOLI UMIDI O ARGILLOSI DEL CLIMA MEDITERRANEO |
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Dinodes (Dinodes) decipiens |
m |
x |
||||||||||||
Notiophilus substriatus |
m |
x |
x |
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Harpalus (Harpalus) pygmaeus |
m? |
x |
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Parophonus (Ophonomimus) hirsutulus |
m |
x |
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SPECIE ESCLUSIVE DELL'ECOTOPO FLUVIALE O IN ESSO GRAVITANTI |
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Thalassophilus longicornis |
m |
x |
||||||||||||
Poecilus (Macropoecilus) lepidus gressorius |
d |
x |
||||||||||||
Calathus (Neocalathus) erratus erratus |
b |
x |
x |
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Ocydromus (Ocydromus) decorus decorus |
m |
x |
x |
|||||||||||
Princidium (Princidium) punctulatum punctulatum |
m |
x |
||||||||||||
Ocydromus (Euperyphus) testaceus testaceus |
m |
x |
||||||||||||
Ocydromus (Peryphus) tetracolus tetracolus |
m |
x |
x |
x |
||||||||||
Ocydromus (Bembidionetolitzkya) varicolor |
m |
x |
||||||||||||
Ocydromus (Bembidionetolitzkya) ascendens |
m |
x |
||||||||||||
Perileptus (Perileptus) areolatus areolatus |
m |
x |
||||||||||||
Paratachys micros |
d |
x |
||||||||||||
Tachyura (Tachyura) quadrisignata |
m |
x |
||||||||||||
Clivina (Clivina) collaris |
pt. pol. |
x |
x |
x |
||||||||||
Ocydromus (Euperyphus) scapularis oblongus |
m |
x |
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Ocydromus (Peryphus) femoratus femoratus |
m |
x |
||||||||||||
Notaphus (Notaphus) semipunctatus |
m |
x |
x |
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Philochthus lunulatus |
m |
x |
x |
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Ocydromus (Asioperyphus) lunatus |
m |
x |
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SPECIE DI BOSCHI RIPARIALI O TORBOSI |
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Patrobus atrorufus (=excavatus) |
b, rar. m |
x |
x |
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Asaphidion flavipes |
m |
x |
x |
x |
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Elaphrus (Elaphroterus) aureus aureus |
m |
x |
x |
x |
x |
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Limodromus assimilis |
m |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
|||||||
Chlaeniellus nigricornis |
m |
x |
||||||||||||
Paranchus albipes |
m |
x |
||||||||||||
Ocys harpaloides |
m |
x |
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Chlaeniellus nitidulus |
m |
x |
x |
x |
||||||||||
Drypta (Drypta) dentata |
m |
x |
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Porotachys bisulcatus |
m |
x |
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Sphaerotachys haemorrhoidalis |
m |
x |
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Agonum (Melanagonum) lugens (=longipenne) |
m |
x |
x |
x |
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Panagaeus (Panagaeus) cruxmajor |
m |
x |
||||||||||||
Chlaenius (Chlaenites) spoliatus spoliatus |
m |
x |
x |
|||||||||||
Brachinus (Brachinus) elegans (=ganglbaueri) |
m |
x |
||||||||||||
SPECIE DI SUOLI LIMOSI ± SALATI |
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Pogonus (Pogonus) littoralis |
m |
x |
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Trepanes (Trepanes) articulatus |
m |
x |
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Notaphus (Notaphus) varius |
m |
x |
x |
|||||||||||
Emphanes (Emphanes) tenellus tenellus |
m |
x |
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Dicheirotrichus (Dicheirotrichus) obsoletus |
m |
x |
x |
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Pogonus (Pogonus) riparius |
m |
x |
x |
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Emphanes (Talanes) aspericollis |
m |
x |
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Emphanes (Emphanes) axillaris occiduus (=rivularis) |
m |
x |
x |
|||||||||||
Tachys scutellaris |
m |
x |
x |
x |
||||||||||
Dyschiriodes (Dyschiriodes) chalybaeus chalybaeus |
m |
x |
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Brachinus (Brachinus) plagiatus |
m |
x |
||||||||||||
Trepanes (Diplocampa) assimilis |
m |
x |
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Dyschiriodes (Dyschiriodes) apicalis |
m |
x |
x |
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Parallelomorphus terricola terricola |
m |
x |
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Numero specie |
27 |
36 |
54 |
19 |
33 |
22 |
12 |
17 |
6 |
16 |
15 |
10 |
4 |
117 |
Si ringrazia Pierpaolo Merluzzi per l'inquadramento floristico, inserito nelle schede degli ecotopi studiati.
BIBLIOGRAFIA
- Brandmayr, 1980 - Ricerca pilota sulle zoocenosi ad invertebrati di un settore delle Dolomiti. I. Fase iniziale. - Animalia,7(1/3), Catania (1980): 163-187.
- Colombetta G., 212b - I Coleotteri Carabidi di ambienti umidi e pascoli magri (magredi) del Friuli Venezia Giulia (Italia nord-orientale) - Gortania - Botanica, Zoologia (Udine) 33 (2011): 69-96
- Merluzzi P., 2004. Valutazione d'incidenza della variante generale al PRGC del Comune di San Canzian d'Isonzo (GO) sul PSIC “Foce dell’Isonzo - Isola della Cona”. Comune di San Canzian d'Isonzo: 127 pag.
- Müller J.(G.), 1926 - I Coleotteri della Venezia Giulia 1, Adephaga. - Studi Entomol. Trieste, I (2): 1-306.
- Pizzolotto, 1994a - Censimenti di Coleotteri Carabidi lungo un transetto costa tirrenica-costa ionica in Calabria: cambiamenti della diversità di specie. Atti XVII Congr. Naz. It. Ent., Udine: 445-450.
- Pizzolotto, 1994b - Soil artropods for faunal indices in assessing ghanges in natural value resulting from human disturbances. In T. Boyle & C.E.B. Boyle (eds.) Biodiversity, Temperate, Ecosystems and Global Change, pp. 201-207. Intercept, London.
Indirizzo degli autori
E-mail: giorgio.colombetta@gmail.com;