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Le Isole Shetland

Se le Orcadi non sono abbastanza, si può sempre decidere di fare un salto alle Isole Shetland (una notte di nave dalle Orcadi o da Aberdeen). Sparse e disperse in una fetta di mare tra la punta della Scozia, la Norvegia e le Far Oer, le Shetland sono un centinaio di isole grandi e piccole di cui solo 16 abitate e popolate da una ventina di migliaia di umani, un terzo dei quali a Lerwick, il centro principale.

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Pulcinella di mare - Sumburgh Head

Ovunque ci si trovi, il mare da una parte e l'oceano dall'altra non sono mai lontani: mai più di 5 km, visto che la costa è ricca di insenature. Il tutto si traduce in un escursione termica quasi ridicola nel corso dell'anno (la media delle minime di gennaio è 1° C, quella delle massime di luglio di 14° C) e in una presenza di pioggia leggera ma costante (piove un giorno su due d'estate e quasi tutti i giorni d'inverno).La morale della favola è che anche durante i lunghissimi giorni estivi è più facile indossare il k-way o la cerata che soltanto una felpa leggera, anche perché il vento si fa sempre sentire e i famigerati gradi percepiti in genere sono meno di quelli reali, per altro già scarsetti. Di certo non siamo saliti quassù per cercare il calore del sole, ma scogliere spettacolari, colonie di uccelli marini, silenzi naturali e, casomai, birre poco gasate ricche di sapori.
Parlando di avifauna, la lista di specie contiene oltre 430 voci, di cui circa 200 sono specie comuni e il resto rare o di passaggio. Sono parecchie, ma il dato comprende Fair Isle: un'isoletta a Sud delle Shetland vere e proprie dove gli uccelli residenti sono pochi, ma una moltitudine di rarità finisce per passare durante le migrazioni. Quello che forse attira di più un birdwatcher del Sud, comunque, non è tanto il numero di specie, quanto quali sono queste specie e il numero degli individui.
Per una visita completa delle Shetland e per andare alla scoperta degli angoli più remoti ci vorrebbe probabilmente un mesetto, terminato il quale sarebbe cosa buona e giusta imbarcarsi per Fair Isle e passare lì almeno un paio di settimane o di stagioni, in attesa che arrivino una rondine rossiccia, un'alzavola americana o un piviere asiatico (è capitato pure quello).
Noi avevamo quattro giorni, e ce li siamo fatti bastare senza rimpianti. O quasi.

Sumburgh Head

Chi non ha mai visto un pulcinella di mare rimarrà probabilmente colpito da Sumburgh Head per loro, visto che dalla fermata dell'autobus bastano 20 minuti di passeggiata comoda per arrivare ad affacciarsi sulla scogliera e vederne a migliaia, alcuni dei quali a un paio di metri e altri in frenetico ritorno volante dalla pesca marittima. Buffi e bizzarri, tristi e divertenti allo stesso tempo, i pulcinella sono tra gli uccelli più avvicinabili che ci siano, qui forse consapevoli che quello che per loro è un pratico ciuffo d'erba d'appoggio per noi è il primo passo sull'orlo del precipizio. Molti tornano dal mare con vari pescetti (ammoditidi) stretti nel becco colorato, pronti a infilarsi nei cunicoli dei loro nidi per portarli ai piccoli; altri riposano sul fianco della scogliera e ricambiano lo sguardo umano che li osserva, più o meno con la stessa curiosità.
Accanto a loro stanno a coppie i fulmari, simili a gabbiani ma non strettamente imparentati con loro. In volo sembrano una presenza silenziosa, ma a terra spesso discutono con il vicino con discreta violenza. Più in fondo, vicino a dove le onde si rompono sugli scogli, si vedono le colonie di urie, e poi ancora marangoni dal ciuffo e gabbiani tridattili. In volo di tanto in tanto sfrecciano un labbo o, sul mare, uno stercorario maggiore e svariate sule. Questa punta è anche uno dei luoghi migliori della zona per osservare i cetacei: balene, orche, delfini e focene.
Sumburgh Head è un luogo piacevole, ottimo come primo contatto con le Shetland. Non è la colonia più spettacolare di Gran Bretagna né quella dove il contatto con gli uccelli marini è più diretto, ma è la più accessibile: per arrivare non servono gite in barca o gran scarpinate, ma bastano un biglietto dell'autobus e due passi tranquilli. Meritevole!

Lerwick e Clickimin Loch

Anche due passi intorno a Lerwick sono una buona occasione per piacevoli incontri, specialmente seguendo la passeggiata che procede lungo la costa da Nord a Sud e poi piega a Ovest verso Clickimin Loch. Da queste parti gli edredoni sono poco timorosi e frequenti quasi come i germani reali da noi, e il bianco candido e soffice di un maschio adulto è sempre un gran bello spettacolo. In volo o a terra, parecchi gabbiani: gavina (che in inglese è il common gull, gabbiano comune), zafferano, mugnaiaccio, gabbiano reale nordico, gabbiano comune. Tra i sassi sui prati i culbianchi, sulle scogliere abbondanti fulmari, qualche uria e in acqua urie nere, ben riconoscibili per le due macchie bianche e per le zampe rosse rosse, visibili anche quando nuotano.
Con un po' di cammino tranquillo si arriva al Clickimin Loch, dove loch qui sta per laghetto, con il suo Broch (costruzione dell'età del ferro dalle origini non proprio identificate, ce ne sono parecchi in giro per le isole). Noi ci abbiamo trovato un cigno selvatico, vagante tra i cigni reali, ma d'estate non è cosa frequente e pare che fosse un soggetto debilitato al momento della migrazione.
Rumorose e in volo sul laghetto (ma anche ovunque lungo la costa) si fanno vedere e sentire le sterne artiche e le sterne comuni. Per chi ha voglia di sfide, si può passare un po' di tempo a trovare le comuni in mezzo alle artiche, più numerose.
E' un buon birdwatching da passeggio, valido sostitutivo dello struscio pomeridiano, con il grosso pregio di avere pub e ristoranti a pochi minuti di cammino, nel caso in cui la fame prenda il sopravvento.

Eshaness (Shetland Mainland)

Eshaness è uno dei posti più belli che ci sia mai capitato di visitare, e non è facile descrivere a parole perché. Parlare di scogliere di roccia scura e coperte di prati verdi a picco sul mare, di laghetti sulle falesie a pochi passi dal precipizio, di insenature e di promontori non rende giustizia a questa costa frastagliata e ventosa, visto che sono parole adattabili a molti altri luoghi del mondo che non hanno la stessa maestosa bellezza. Meglio che a parlare siano le foto, allora: complice una notevole giornata di cielo terso, rendono bene l'idea.
Da un punto di vista di ornitologico, nulla di uovo da segnalare: beccacce di mare ovunque sui prati, fulmari, labbi, stercorari, sule di passaggio.

Hermaness (Unst)

Arrivati così in alto, valeva la pena di andare a spiare il punto dove il mondo finisce. Così, se Lerwick non è abbastanza tranquilla, si possono sempre prendere strade e brevi traghetti, andare a Nord per un centinaio di chilometri e arrivare a Unst, l'ultima delle Shetland. Qui siamo oltre la latitudine di Helsinki e tutto è “il più a Nord”: la chiesa più a Nord del Regno Unito, l'insediamento abitato più a Nord, il birrificio (Valhalla Brewery), il faro, la roccia...
Per qualcuno è anche l'isola che Stevenson ha usato per la mappa dell'Isola del tesoro, di certo oggi ha 6 abitanti per chilometro quadrato: detto in altri termini, si sta abbastanza larghi e chiamarlo “piccolo villaggio” sembra sempre una sovrastima, considerando che a volte ci sono cartelli stradali che puntano a una singola casa.
Tra pony delle Shetland e i pascoli di qualche pecora, ai margini delle stradine asfaltate ci sono pozze e zone umide ricche di movimento, oltre che ovviamente tratti di costa e insenature con foche abbastanza amichevoli. Nel nostro cammino da Haroldswick alla riserva di Hermaness abbiamo incontrato voltapietre, corrieri grossi, pettegole, e come sempre ci hanno accompagnato con la loro presenza chiassosa ed evidente i chiurli e le beccacce di mare. Poi, varcati i confini della riserva, comincia un sentierino semplice che sale tra i prati ed entra nella terra dello stercorario maggiore, qui noto come bonxie (great skua in inglese).
Ci hanno raccontato che spesso si tuffano dal cielo verso le teste degli intrusi in difesa del loro territorio di nidificazione, ma raramente colpiscono. Data la mole della bestia, quel “raramente” non serve a rassicurare, ma per noi è bastato il primo incontro diretto: ce ne siamo infatti trovati un paio a un paio di metri da noi, sul prato, e l'unica cosa che hanno fatto è stato guardarci di sbieco come stavamo facendo noi. Uno dei due ha fatto due passi nella nostra direzione, è tornato indietro e si è accucciato: fine dell'incontro ravvicinato con il terrificante Skua.
Il sentiero prosegue fino al mare e poi lo costeggia, con voli di pulcinella di mare abbondanti ma non come ci saremmo aspettati (e come i numeri racconterebbero, visto che i testi parlano di 50 mila). Poi sule in numero sempre crescente, fino ad arrivare alla colonia da 20-25 migliaia di coppie distribuite su alcuni scogli affioranti dal mare.
La singola sula che pesca è uno spettacolo, vederne decine o centinaia insieme diventa un'esperienza unica: il tuffo può partire da altezze fino a 40 m, l'entrata in acqua avviene a velocità oltre i 100 km/h – il tutto ad opera di un uccello che pesa più di 3 kg. Gli isolotti, bianchi per il guano, brulicano di ali bianche e sono essi stessi un bella decorazione del panorama, complice anche qualche arco di roccia sotto cui si infila il mare del Nord (o l'Oceano Atlantico, visto che questo è formalmente il confine).
La discesa, infine, ci ha regalato l'incontro con una decina di scriccioli locali che viaggiavano in gruppo: è una sottospecie endemica delle Shetland, dal colore scuro e con il becco più lungo e robusto rispetto allo scricciolo comune. Mentre passeggiavamo intorno Clickimin Loch, un appassionato mi ha raccontato che questi scriccioli si nascondono sotto le pietre della spiaggia durante le tempeste, per poi uscire a caccia di invertebrati quando l'onda si ritira. Sarà vero? Nel caso, un interessante adattamento.
Quindi per rientrare si sale lungo la collina, con il panorama dell'infinito Nord a sinistra e la brughiera davanti, dove il sentiero spiana di nuovo: qui si trovano piovanelli pancianera e pivieri dorati, entrambi con l'abito estivo della festa e dunque ancor più belli.
Siamo rientrati tra grida di beccacce di mare, fischi di chiurli e voli di pettegole. Il giro completo, dal nostro alloggio a Saxa Vord a Hermaness e ritorno, è stato di una ventina di chilometri abbondante. Abbiamo visto il Nord dove finisce il mondo, e ne è valsa la pena. Così abbiamo deciso, brindando con una pinta di birra poco gasata, ricca di sapore.

Note:

Gli uccelli pelagici citati nidificano sulle scogliere da maggio a metà agosto, dopodichè partono per il mare aperto e diventano ben difficili da vedere.
Tra le cose che non abbiamo visto e che meritano decisamente una menzione ci sono l'isola di Fetlar, dove nidificano i falaropi beccosottile e hanno pure fama di dare abbastanza confidenza, e la disabitata isola di Mousa, nota perché in un antico broch fanno il nido gli uccelli delle tempeste (gite in barca notturne permettono di vederli nel crepuscolo di una notte che quassù d'estate non è mai davvero buia).
A Sumburgh Head la RSPB sta ristrutturando il centro visite. Apertura prevista per il 2014.

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Labbo - Sumburgh Head, Shetland Mainland

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Pulcinella di mare - Sumburgh Head

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Urie - Sumburgh Head

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Beccaccie di mare - Sumburgh Head

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Fulmari - Sumburgh Head

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Tombolo - strada verso Eshaness, Shetland Mainland

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Panoramica dalla scogliera di Eshaness

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L'autore dei testi a passeggio sulla scogliera di Eshaness

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Il fotografo osserva il panorama di Eshaness

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Scoglio - Eshaness

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Foche amichevoli - Haroldswick, Isola di Unst

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Spiaggia verso Hermaness - Isola di Unst

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Panorama di Hermaness (sullo sfondo la colonia di sule) - Isola di Unst

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Stercorario maggiore - Hermaness Isola di Unst

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Dettaglio della colonia di sule - Hermaness, Isola di Unst

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Piovanello pancianera - Hermaness, Isola di Unst

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Piviere dorato - Hermaness, Isola di Unst

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Scricciolo sottospecie delle Shetland - Hermaness, Isola di Unst.

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Costa nei pressi di Clckmin Loch - Lerwick, Shetland Mainland

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