Incontro nella Foresta di Tarvisio
Il Picchio tridattilo (Picoides tridactylus)
Mercoledì 17 agosto mentre facevo una passeggiata nella foresta di Tarvisio ho visto due esemplari di picchio muoversi e litigare per altro senza emettere verso alcuno, nella chioma di un abete rosso. Convinto si trattasse del comune picchio rosso maggiore mi sono avvicinato con circospezione e con sorpresa ho constatato che si trattava di una coppia di Picchio tridattilo, specie non proprio comune.
L’arco alpino nord orientale, dal Trentino Alto Adige passando per il Veneto ed infine il Friuli Venezia Giulia rappresenta il confine sud orientale nella regione alpina dell’areale di diffusione di questa specie che è presente nei rilievi montuosi dell’ Europa Centrale, in quasi tutta la penisola scandinava e in Russia, va in ogni modo evidenziato che la specie è presente anche in Francia e in Svizzera lungo il settore occidentale e centrale delle Alpi tuttavia non si ha notizia di avvistamenti sui corrispondenti versanti italiani.Questo picchio delle dimensioni che vanno dai 21,5 ai 24 cm, a differenza degli altri picchi presenti in Italia possiede tre sole dita, due rivolte in avanti e una all’indietro, non è dei più facili da osservare sia per il limitato numero di esemplari sia per una minore visibilità rispetto ad altre specie sia perché piuttosto silenzioso, frequenta boschi maturi di conifere subalpine siti ad una quota compresa tra i mille e milleottocento metri, con preferenza per quelli di abete rosso (Brichetti, 1982) un utile indizio della sua presenza sono i tronchi sforacchiati a spirale per bere la linfa.
Fori praticati dal picchio tridattilo per suggere la linfa dall'albero
Il dimorfismo sessuale vede il maschio dotato di un vertice del capo giallastro mentre nella femmina è biancastro – grigio, entrambi i sessi mancano di piumaggio rosso o rosa presente in altri picchi diffusi in Italia. Si alimenta degli insetti che parassitano gli alberi e caratteristica in comune con il Picchio rosso mezzano, stando alla Collins Bird Guide, della linfa delle conifere.
In una delle fonti bibliografiche a mia disposizione, per la precisione la monumentale Collins Bird Guide 2^ Ed., la specie è divisa in Picoides tridactylus alpinus esemplari diffusi sulle Alpi, Est e Sud Est Europa e Picoides tridactylus tridactylus esemplari diffusi nel Nord Europa in base a differenze di piumaggio: l primi presentano un dorso barrato di bianco e un ventre fittamente barrato, i secondi un dorso bianco e un ventre semplicemente barrato. La specie è poco vocifera, tambureggia poco, solo la succitata Guida evidenzia che quando lo fa potrebbe essere scambiata per un Picchio nero visto l’impegno profuso. Ho avuto la ventura di sentire questa specie solo quanto nel lontano 16 giugno del 1996 ho trovato una coppia intenta all’allevamento della prole.
Picchio tridattilo sul tronco di un Larice
Dalla letteratura si apprende che la stagione riproduttiva con la formazione delle coppie, la costruzione del nido la successiva deposizione e cova delle uova inizia nel cuore della primavera. Di norma sono deposte da 3 a 5 uova massimo 6 che presentano dimensioni molto variabili da 21,3x16,8 mm. a 28,3 x 19,3 mm, il foro d’ingresso ha una dimensione di 4,5 x 5 cm. La cova delle uova attiene alla femmina e si protrae per quindici - venti giorni.
Come scrivevo sopra ho potuto osservare un maschio e una femmina mentre, in successione, succhiavano la linfa di un larice per circa quaranta minuti. In letteratura si legge che vengono praticati serie di fori, talvolta a forma di spirale per poter suggere la linfa. La coppia che ho incontrato ha evidentemente deciso di fare qualcosa di più basti vedere le foto di cosa ha realizzato sul tronco del larice da loro utilizzato.
Per tutta la durata dell’ osservazione non è stato emesso alcun verso, confermando la silenziosità della specie.
Testo e fotografie di Raffaele Cargnelutti.