Oche facciabianca in Cona
foto F.Perco
Tre oche facciabianca nei ripristini
Tre oche facciabianca Branta leucopsis già osservate mercoledì 19 ottobre da Silvano Candotto, sono ancora presenti alla Cona, ben visibili dall'osservatorio della Marinetta a breve distanza. Non risultano marcature o anelli di sorta. Che siano "selvatiche"?
L'Oca facciabianca appartiene al genere Branta delle cosiddette "oche nere" che si distinguono dalle "oche brune" del genere Anser. Si tratta di un'oca di medie dimensioni caratterizzata dal piumaggio bianco della faccia in netto contrasto con quello nero della testa e del collo.La specie è legata ad areali nordici con quartieri riproduttivi situati nelle isole del Nord Atlantico, si distinguono quattro popolazioni (1):
QUARTIERE RIPRODUTTIVO |
QUARTIERE DI SVERNAMENTO |
POPOLAZIONE/individui |
Est Groenlandia |
Scozia e Irlanda Ovest |
40000 |
Isole Svalbard |
Solway Firth, coste di Inghilterra e Scozia |
24000 |
Novaya Zemlya |
Olanda |
130000 |
Isole del Baltico (Estonia, Finlandia, Danimarca, Svezia) |
Olanda |
8000 |
Quindi l'area di distribuzione della specie non interessa assolutamente le nostre latitudini. Tuttavia in altri paesi d'Europa vi sono diverse popolazioni di Oca facciabianca originate da soggetti sfuggiti dagli zoo o da allevamenti. Infatti si tratta di una specie che, per il suo caratteristico piumaggio, ha sempre riscosso un notevole successo tra i collezionisti.
Perciò l'origine dei tre soggetti presenti alla Cona rimane incerta, tanto più che anche all'Oasi di Marano lagunare sono stati recentemente osservati tre esemplari della specie (che siano gli stessi??). Inoltre io stessa nel mese di febbraio di quest'anno ho visto un'Oca facciabianca assieme ad un gruppo di oche grigie, Anser anser, presso i campi da golf a Capriva (UD).
Non è comunque da escludere la possibilità che alcuni soggetti selvatici si stacchino dallo stormo principale e spinti magari da una perturbazione possano raggiungere le nostre aree.
La specie è stata osservata anche altre volte nel corso degli anni nei ripristini della Riserva a partire dal 1996, poi nel 2004, nel 2005, nel 2008 e nel 2009.
Curiosità
La storia della Barnacle goose, così come è chiamata in inglese, è stata a lungo circondata da una leggenda:
Si riteneva infatti che questi uccelli nascessero dai tronchi trasportati dalle correnti ed abbandonati lungo le coste. Le oche si sarebbero sviluppate da piccole uova dall'aspetto inizialmente gommoso concresciute sui relitti legnosi. Successivamente, col procedere dello sviluppo, le oche starebbero appese col becco ai tronchi simili ad alghe finchè, ormai ricoperte dal folto piumaggio, sarebbero finalmente in grado di spiccare il volo o tuffarsi in acqua liberamente. Le oche durante lo sviluppo trarrebbero il loro nutrimento dalla linfa degli alberi e dal mare secondo un processo misterioso ed affascinante (1).
Le piccole uova di cui si parla nella credenza popolare erano i Balani (Barnacle in inglese): piccoli crostacei cirripedi conosciuti anche come “denti di cane” che incrostano gli scogli, le palafitte delle banchine nei porti o la parte sommersa delle navi. In particolare la specie che avrebbe dato origine agli uccelli sarebbe stata il cirripede Lepas anatifera il cui nome significa infatti "portatore di anatra".
(3) (4)
Lepas anatifera
Tale credenza nasce dalla necessità di spiegare la scomparsa degli uccelli dalle coste della Scozia e dell'Ighilterra durante la primavera e l'estate quando le oche raggiungevano appunto i quartieri riproduttivi più a est.
Inoltre questa curiosa teoria permise di aggirare il divieto, imposto dalla Chiesa, di mangiare carne il venerdì. Infatti poichè le oche facciabianca originavano dal mare non potevano chiaramente essere fatte di carne ma semmai di qualcosa molto più simile al pesce ed era pertanto possibile mangiarle non solo il venerdì santo ma anche durante tutta la Quaresima (2).
Nicoletta Perco
BIBLIOGRAFIA
1 http://en.wikipedia.org/wiki/Barnacle_Goose
2 http://www.arkive.org/goose-barnacle/lepas-anatifera/